In seguito alla risposta a quest'interrogazione, una forte presa di posizione era necessaria.
2 febbraio 2014
Egregi signori,
Ho preso atto con un misto di soddisfazione e di sconcerto della vostra risposta del 31
gennaio 2014 in merito alla nostra interrogazione del 30 novembre 2013
sulla videosorveglianza in essere presso l’ecocentro comunale.
Soddisfazione
da un lato perché il Municipio si è impegnato formalmente (con tanto di
copia agli Enti locali e all’Incaricato cantonale della protezione dei
dati) a presentare “prossimamente” un messaggio per l’introduzione di un
regolamento comunale sulla videosorveglianza. L’auspicio è che questo
avvenga davvero nel futuro prossimo, dato che la situazione va sanata
urgentemente, e non si tentenni come in altri ambiti: si pensi al
sistema sperimentale dei sacchi ufficiali, introdotto nel 2011 senza
un’ordinanza e tuttora in vigore, nonostante i termini indicati dal
Municipio siano scaduti il 31 dicembre 2013, oppure ancora alla mancata
pubblicazione della lista delle commesse pubbliche, oggetto di
un’interrogazione ancora pendente.
Lo
sconcerto nasce invece dal fatto che piuttosto che limitarsi a quanto
sopra, il Municipio è andato “un po’ lungo” accusando gli interroganti
di voler mettere in discussione il sistema della videosorveglianza
unicamente perché un membro del nostro gruppo è stato in passato multato
per un deposito abusivo di rifiuti davanti all’entrata dell’ecocentro.
Pur senza fare nomi, si viola il principio di riservatezza, gettando
oltretutto sospetti contro tutti i membri del nostro gruppo. Inoltre,
nella sua risposta il Municipio subdolamente insinua che chi non ha
nulla da nascondere non si è mai lamentato della presenza della
videosorveglianza. Tra
i 1'500 abitanti di Magliaso non tutti hanno per forza le necessarie
conoscenze giuridiche per sapere che una base legale sia necessaria in
questo caso, conoscenza che invece ci si dovrebbe attendere da un
Municipio. Come si è ben fatto notare, la risposta all’allora deputato
Manuele Bertoli data del novembre 2009, ben prima che il sottoscritto
venisse eletto in Consiglio comunale, e già allora il Municipio avrebbe
potuto e dovuto attivarsi.
Occorre
qui chiarire alcuni punti che il Municipio volutamente ignora. Il
sottoscritto non è certo responsabile del comportamento dei
simpatizzanti del gruppo, che se non rispettano le regole vanno
senz’altro puniti. Aggiungo però che a mia conoscenza, chi ha preso la
multa aveva segnalato che per motivi professionali non poteva per una
decina di giorni recarsi all’ecocentro negli orari d’apertura ed aveva
chiesto un’eccezione, non accordata dal Sindaco e dall’Ufficio tecnico.
Il sacco di erba era poi stato volutamente depositato all’entrata
dell’ecocentro.
Dal
modesto punto di vista del sottoscritto, laureato in diritto, risulta
poi alquanto problematico procedere ad una contravvenzione per deposito
abusivo di rifiuti davanti all’ecocentro basandosi unicamente sulle
immagini della videosorveglianza: ritengo molto probabile che un
eventuale ricorrente si vedrebbe dar ragione poiché le prove della sua
colpevolezza sono state raccolte in maniera illegale! Trovo perciò
preoccupante sapere che il Municipio si arroghi il diritto di riattivare
la videosorveglianza (“con o senza base legale”) in caso di aumento
delle infrazioni, dimostrando spregio totale verso la legislazione
cantonale e federale in vigore. Non è quindi chiaro come si faccia ad
essere certi che la videosorveglianza sia ora effettivamente
disattivata. Non è con queste minacce che si ottengono risultati, bensì
con l’introduzione rapida di un regolamento. Minacce che peraltro sono
completamente infondate, in quanto la nostra interrogazione non
contestava affatto il sistema della videosorveglianza e ciò era ben
specificato fin dal primo paragrafo (“un principio senz’altro condivisibile”).
L’unica
volontà alla base del nostro atto è quella di rispettare la legge ed è
sorta unicamente pochi mesi fa, dopo la lettura da parte del
sottoscritto di un articolo di giornale in merito alla tematica. Prima
effettivamente nessuno di noi aveva mai rilevato il problema.
L’interrogazione era quindi una delle possibilità di risolvere il
problema nell’interesse di ogni cittadino offerteci in quanto
consiglieri comunali; se ciò dà fastidio al Municipio lo si dica
chiaramente.
Concludo
rinnovando l’auspicio di una rapida introduzione di un regolamento
sulla videosorveglianza, purché equilibrato, rispettoso dei diritti del
cittadino e conforme al principio di proporzionalità. In caso contrario,
sarà mia premura ricontattare gli Enti locali, perché più che la
necessità di controllare il cittadino, vi è la necessità di controllare
l’agire del Municipio.
Con i migliori saluti.
Luca Paltenghi
Capogruppo Lega-UDC-Ind.
Primo firmatario dell’interrogazione
Cpc:
Dr. Michele Albertini, Incaricato cantonale della protezione dei dati, Bellinzona
Sezione Enti locali, Bellinzona
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